Il Chapter Italiano della Society for Conservation Biology

L’entità del deterioramento ambientale e dei cambiamenti globali di cui siamo attualmente testimoni pone l’imperativo di prendere misure tempestive e mirate per la prevenzione, la mitigazione e l’adattamento del territorio. Tuttavia, la voce della comunità scientifica stenta ad uscire dalle sfere accademiche per entrare nel dibattito politico, risultando ancora troppo timida e spesso inascoltata.
Non si può ignorare, inoltre, come tanto il linguaggio quanto l’ordine di priorità adottati dal mondo scientifico appaiano distanti e separati da quelli della società civile, portando una porzione della popolazione a provare sfiducia nei confronti della comunità di ricercatori e ricercatrici.

Affrontare il problema della rappresentanza della comunità scientifica nell’ambito politico-ambientale italiano, riunendo ricercatori ed accademici attivi nella biologia della conservazione, e riavvicinare la società civile alle tematiche ambientali, promuovendo una scienza più vicina ai cittadini, è dunque una delle principali responsabilità della comunità di scienziati della conservazione.

È con questo scopo che, lo scorso autunno, alcuni tra i maggiori ricercatori in campo di Biologia della Conservazione si sono riuniti a Roma per formare il Chapter Italiano della Society for Conservation (SCB Italy), ovvero la sezione italiana della Società di Biologi della Conservazione.

La Society for Conservation Biology è un ente internazionale nato negli anni ’70 negli Stati Uniti per riunire scienziati e scienziate attivi nella, allora nascitura, disciplina della biologia della conservazione. Nonostante il crescente interesse per tale ambito della ricerca, ad oggi, in Europa si contano ancora poche sezioni di tale società e l’Italia, che nel continente ha più volte sostenuto un ruolo all’avanguardia nelle tematiche ambientali, è tra i primi paesi a riunire la propria comunità di scienziati della conservazione in una società.

Alla formazione del Chapter Italiano stanno contribuendo accademici, ricercatrici e ricercatori dell’l’Università La Sapienza di Roma, l’Alma Mater di Bologna, la Statale di Milano, le Università di Napoli, Sassari e della Tuscia, con la prospettiva di accogliere il contributo di tutti coloro che in Italua sono attivi nella disciplina.

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